05 Maggio 2017
Il classico italiano? Lo immaginiamo socievole, accogliente, un gran chiacchierone insomma, che a far amicizia ci mette un attimo. O forse no. Un esperimento sociale ha sfatato il mito dell’italiano attacca-bottone. Per condurre questo studio è stato considerato il luogo di incontri per eccellenza: una semplice panchina. È qui che, di solito, con la scusa di dover condividere il luogo di sosta, si scambiano due parole. Gli italiani però, sembrano essere sempre più diffidenti. A rivelarlo uno studio che si pone l’obiettivo di comprendere le cause per cui si fatica a socializzare, proprio in una società sempre più “social”. Condotto con la Web Opinion Analysis l’esperimento ha preso in analisi un campione di 2500 italiani di età compresa tra i 18 e i 55 anni.
I dati parlano chiaro. Quando ci si ritrova su una panchina con uno sconosciuto, il 42% delle persone dichiara di essere stuzzicato dall’interesse verso l'altro e il 38% di voler scambiare qualche parere con un pretesto. Eppure la metà degli italiani evita di avvicinarsi. I motivi? Nel 23% dei casi si tratta di semplice diffidenza, per il 24 % degli è una questione di timore. Ma la fetta più grande di responsabilità ce l’hanno i nostri dispositivi: il 29% dei nostri connazionali ritiene che a frenare dall’avvicinarsi al nostro vicino sulla panchina sia la vita virtuale. Ed infatti il 36%, piuttosto che rivolgere parola ad un estraneo, preferisce chattare con più persone con il proprio smartphone oppure dare un’occhiata ai social (il 44%) o ascoltare la musica, sempre con l’adorato e smartphone (23%).
E c’è di più: ben 8 italiani su 10 preferiscono non avere nessuno a fianco per non rischiare intrusioni nella propria sfera privata. E non è un caso che anche in generale, in altri luoghi in cui ci si può sedere vicino ad un estraneo, 6 persone su 10 cerchino di proposito il posto isolato e, se ciò non fosse possibile, si aspetta che se ne liberi qualcuno e ci si sposta abbandonando chi si ha vicino.
Insomma, per i nostri connazionali, meglio stare da soli con il proprio smartphone che scambiare parola con qualcuno che, probabilmente, non si incontrerà più. Oltre la metà degli italiani, ritiene che i social abbiano tutto per soddisfare i bisogni connessi alle relazione, come se non servisse altro. Merito (o colpa) di foto, post e video che stimolano l’interazione (32% dei casi) oltre a darci un’idea di personalità, gusti ed anche umore degli altri. È un po’ come conoscere qualcuno, pur senza averlo effettivamente mai incontrato.
Il 55% degli italiani ritiene inoltre che attaccar bottone sui social sia più semplice. Perché? “La chat dà meno ansia” rispetto al contatto fisico (38%) e ci salva la faccia da eventuali gaffe. E poi c’è da considerare la semplicità con cui si può liquidare qualcuno, che farebbe comodo al 63% degli italiani. La consapevolezza, però, di aver perso un po’ la capacità di gestire i rapporti di persona non manca e riguarda 7 persone su 10.
Forse dovremmo usare con maggiore moderazione i social network. Come spiega la dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e Presidente Eurodap: «I social network non sono né da amare né da odiare, sono semplicemente da usare in modo sano, non compulsivo o riempitivo». Ciò di cui dobbiamo riappropriarci è la «consapevolezza della differenza tra un rapporto reale ed un rapporto virtuale. Altrimenti ci potrebbe essere il rischio d’illuderci di avere una certa personalità che poi non corrisponde alla realtà».
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