20 Novembre 2020
Raffaello è tra i più grandi artisti italiani. I suoi cherubini sono ormai parte della cultura visiva internazionale, le sue Madonne, come quella del Cardellino, sono tra le più note, per la loro infinita dolcezza. E proprio quest'anno si ricordano i 500 anni dalla scomparsa del pittore di Urbino, che morì il 6 aprile 1520, a soli 37 anni.
Ecco 3 curiosità che lo riguardano:
1 - Raffaello morì il giorno di Venerdì Santo. Proprio in quel giorno, in Vaticano, nelle stanze affrescate dall'artista, si formarono delle crepe sugli affreschi e un lieve terremoto scosse Roma. Raffaello fu sepolto al Pantheon e il suo epitaffio, scritto dal celebre letterato Pietro Bembo, riposta queste parole: «Qui giace Raffaello dal quale, mentre era in vita, la Natura temette di essere vinta e, quando morì, temette di morire anch’essa»
2 - La Pala Baglioni, commissionata da Atalanta Baglioni, è un’opera che racconta anche un drammatico episodio di cronaca: la morte del giovane Grifonetto, amato figlio di Atalanta Baglioni, che aveva scatenato una faida familiare a causa di un pettegolezzo. Grifonetto aveva ucciso alcuni parenti della madre, che non aveva perdonato il figlio, se non quando questi a sua volta era stato colpito a morte. La tragica scena della pala racconta proprio il dolore straziante di Atalanta quando vede il figlio morente in strada.
3 - La moneta da 2 euro italiana, sul retro, mostra la riproduzione di un ritratto di Dante Alighieri realizzato proprio da Raffaello. Dunque, portiamo tutti un po' di Raffaello con noi, ogni giorno...
Per ricordare il genio e il talento di Raffaello la Dante Monaco presenta lunedì 30 novembre, al Teatro des Variétés una imperdibile conferenza affidata a Jacopo Veneziani, che insegna Storia dell’Arte all’Università di Parigi I Panthéon-Sorbonne e ha una sua finestra all'interno della rubrica settimanale dedicata alla storia dell’Arte nel programma -Le parole della settimana- condotto il sabato sera da Massimo Gramellini su Rai Tre.
Jacopo Veneziani ci farà ri-conoscere quelle opere di Raffaello che abbiamo già visto tante volte e che per questo non prendiamo più il tempo di guardare con occhio nuovo. Partendo da dettagli che passano talvolta inosservati, ci lasceremo coinvolgere dall’enfant prodige della Storia dell’Arte, Jacopo Veneziani, nell’opera di Raffaello: dai suoi inizi nella bottega paterna a Urbino, alle sue ultime pennellate per la grandiosa Trasfigurazione oggi alla Pinacoteca Vaticana.
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